Questo blog ospita le mie riflessioni su archeologia, mistero, scienza, arte, antropologia, storia antica, mitologia, filosofia e tutto quel che concerne il percorso evolutivo dell'umanità.
giovedì 12 dicembre 2013
Viaggio metafisico nei misteri di Castel del Monte
Foto: Castel del Monte in una bufera di neve.
QUESTO TEMPIO NON E' UN SENTIERO E NEMMENO UN LABIRINTO: E' UNA BUSSOLA CHE USEREMO PER IL PIU' GRANDE VIAGGIO MAI INTRAPRESO: QUELLO ALLA RICERCA DI NOI STESSI.
"La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra nell'aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come le stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in sé stessi la loro legge e il loro cammino."
Hermann Hesse, Siddharta, 1922
"Un'immagine può sempre essere considerata da un'infinità di punti di vista e ad ogni pensatore è consentito scoprire un significato conforme alla logica delle proprie concezioni.Le immagini infatti sono destinate a risvegliare le idee assopite nel nostro intelletto.Esercitando una suggestione sul pensiero, lo stimolano ed in tal modo portano alla luce le verità sepolte nella profondità del nostro spirito." Oswald Wirth
Suggestiva veduta dall'alto di Castel del Monte nel magnifico paesaggio.
PREMESSA: Castel del Monte in Puglia: il castello-tempio iniziatico del più grande Imperatore illuminato della storia, Federico II Hohenstaufen. Quello che erroneamente viene denominato "castello" era un luogo d'incontro dove si svolgevano antichissimi rituali d'iniziazione dell'uomo sul sentiero della conoscenza di sè stesso e della libertà. Federico amava essere sempre circondato da dotti, studiosi, astrologi, filosofi, matematici e amava le conversazioni che stimolassero la speculazione ed il confronto fra le più grandi menti illuminate dell'epoca: il XIII secolo. Il periodo del suo regno fu per il Medioevo una parentesi di luce e di conquista culturale, sotto tutti gli aspetti e in tutti i campi, anche dal punto di vista linguistico, con la fondazione della Scuola Siciliana nel 1230: un movimento letterario in lingua volgare che fu alla radice delle successive regole grammaticali elaborate in epoca rinascimentale da Pietro Bembo; la lingua fondamentale che vi si usava era il siciliano e meridionali furono tutti i poeti e verseggiatori che vi facevano parte. Ricordiamo Pietro delle Vigne, Rinaldo d'Aquino, ecc...; vide qui il suo apogeo il culto dell'amor cortese, riferito sempre ad un'altera dama lodata dal poeta di cui lei non si cura. L'italiano letterario nacque proprio alla corte di Federico II attraverso la sua Scuola Siciliana, ereditato poi dal toscano che lo perfezionò. Ma una delle più grandi conquiste di Federico II fu il matematico Leonardo Pisano, detto Fibonacci, il quale fece conoscere all'Occidente i numeri indiani usati dagli arabi, con l'introduzione dello 0 che permise il raggiungimento di calcoli più complicati. Castel del Monte fu costruito in base alla famosa "successione di Fibonacci", che è legata anche alla spirale aurea ed è alla base di calcoli ed analisi in tutti i campi della scienza. Non è rimasta alcuna testimonianza scritta sulla sua progettazione e costruzione, ma Castel del Monte tutto poteva essere meno che una fortezza o un luogo di vita quotidiana: le ampie finestre erano infatti inusuali in un epoca in cui si potevano subire attacchi e, quindi, i castelli convenzionalmente erano muniti di finestre strette e stanze buie; inoltre non esistono feritoie per difendersi dai nemici, sul colle artificiale su cui è costruito non vi è traccia di fossato, non vi sono alloggi per la servitù, scuderie, ecc...le scale a chiocciola posizionate sulla sinistra avrebbero dato modo ad un assalitore di brandire la spada mentre saliva ai piani superiori; la posizione isolata sulla cima di questo colle e le numerose guardie impiegate a sua difesa, non avendo struttura adibita nè alla difesa nè all'offensiva, sono tutti elementi che non pongono dubbi sul significato simbolico della costruzione e sul fatto che fosse dimora di un ristretto numero di appartenenti alla corte di Federico: scienziati, filosofi, artisti e matematici, che sicuramente vi trasportarono all'interno le opere del loro ingegno, come orologi sofisticati, automi, esperimenti alchemici, astrolabi. Per quel che riguarda la scienza occulta, alla corte dell'Imperatore vi era Michele Scoto, noto per i suoi studi alchemici e sui pianeti. I camini e le cisterne del castello non potevano avere un'utilità comune, perchè i primi sono troppo piccoli per essere usati per la cucina o per riscaldare le sale, le seconde sono posizionate in posti inusuali e quella più grande è troppo grande per servire da bagno o a qualunque altro scopo che non fosse un'esperimento alchemico o di altra natura. Nel 1250, Federico, trovandosi nei pressi di un battente di ferro vicino a Castel Fiorentino si ricordò la profezia confidatagli dal suo indovino Michele Scoto: "morirai in una città che porta il nome di un fiore" ed iniziò ad accusare dei malori, che poi lo portarono alla morte.
Il 28 dicembre il feretro attraversò la Puglia per essere imbarcato a Taranto diretto a Palermo. "Alli 28 de lo detto mese passao lo corpo de lo imperatore, che lo portaro a Taranto...et handao in una lettica coperta de velluto carmesino co’la guardia de li sarracino ad pede et sei compagnie de cavalli armati,cha come intraro per le terre handaro chiangendo a nome lo imperatore..." L'Imperatore fu sepolto nella cattedrale di Palermo in un sarcofago di porfido.
Le scale a chiocciola che salgono le torri.
Il cielo visto dal cortile di Castel del Monte: l'irregolarità degli angoli è dovuta alla precisa volontà di rispecchiare l'oscillazione dell'asse terrestre. Così è spiegato in "Castel del Monte fabbrica esoterica" di Nildo Vanelli: "E se l’irregolarità fosse voluta o calcolata e le disuguaglianze dei lati calibrate per ottenere un altro elemento cosmico? Infatti è proprio così. Se consideriamo i lati Ovest ed Est del cortile e li congiungiamo con due diagonali che disegnino nel cortile stesso una X vedremmo che gli angoli opposti ottenuti anziché essere di 45° (un angolo giro di 360° diviso per 8 da 45) sono di poco più di 47°. Che vuoi dire ciò. Tutti sappiamo che l’asse terrestre è inclinato di 23° e mezzo, per l’esattezza oggi è inclinato di 23° e 27' mentre all’epoca della costruzione dei castello era inclinato di 23° e 33'. Sappiamo anche che in 26.000 anni l’asse della terra compie un giro come una trottola che stia perdendo velocità per cui se adesso prolunghiamo idealmente l’asse del mondo oltre il polo Nord terrestre incontriamo la Stella Polare, ma ciò non accadrà più tra qualche migliaio di anni. Occorrerà attendere che l’asse terrestre compia intero un giro e solo allora potremmo ritrovare la Polare allineata all’asse della nostra vecchia terra."
La struttura ottagonale di Castel del Monte.
L'OTTAGONO COME FIGURA ARMONIZZANTE: Il numero 8 ricorrente nella struttura ottagonale di Castel del Monte è una cifra dal forte valore simbolico ed iniziatico: nella tomba di Federico, alla prima sua apertura nel 1781, venne trovato un anello di smeraldo circondato da 8 petali, sommando inoltre le cifre dell'anno della sua morte 1250, il risultato è sempre 8. Nel Medioevo, attraverso l'architettura gotica e romanica, nulla era lasciato al caso nella struttura di queste opere straordinarie: ogni pietra, bassorilievo, posizionamento, corrispondevano alla precisa volontà di trasmettere un messaggio che pochi erano e sono in grado di riconoscere consciamente, da cui la maggioranza viene però inconsciamente attratta. Un messaggio codificato, a cui sono stati attribuiti nomi e simboli metaforicamente ideati, come quello del Santo Graal, che, ovviamente, nulla ha a che vedere con la coppa del Cristo, ma con il mistero della conoscenza ancestrale, di cui gli architetti di allora e i mastri muratori, che erano artigiani colti ed iniziati alla più profonda conoscenza della geometria e dell'architettura (traduzioni materiali degli equilibri e delle leggi dell'universo) erano depositari. Proprio questo ambiente vide, infatti, i primi albori della Massoneria con le corporazioni di mestiere ed i Liberi Muratori. La Massoneria liberò il mondo occidentale dall'oscurantismo religioso. Castel del Monte è interamente costruito basandosi sulla ricorrenza del numero 8: 8 sono le sale al piano superiore, 8 a quello inferiore; 8 sono le torri che formano il suo perimetro ed ottagonale è la loro struttura; ottagonale è la vasca dove confluiscono le acque al centro del castello; il cortile interno è ottagonale. Il numero 8 è il simbolo della rinascita o resurrezione, la cifra che con i suoi angoli funge da ponte fra la terra ed il cielo, la via di mezzo fra il cerchio e il quadrato, ovvero fra l'illimitato e il limitato. La forma ottagonale è ricorrente in numerose opere architettoniche medievali visitate da Federico: la cattedrale di Aquisgrana dove fu incoronato Imperatore, la chiesa templare di Londra, la moschea di Omar visitata da Federico durante il suo viaggio a Gerusalemme. Il numero 8 è presente in tutti i particolari dei bassorilievi e degli apparati interni del castello-tempio, in maniera a dir poco ossessiva: timpani, capitelli, fiori...tutto riporta questa cifra mediatrice che evoca la morte legata all'eterna rinascita e alla trasformazione.
Il portale d'ingresso corrispondente alla figura del pentacolo e alla cifra aurea 1,618, come descritto nel prossimo paragrafo.
Schema del portale d'accesso rispetto al rapporto aureo rappresentato dal pentacolo.
CASTEL DEL MONTE COME MICROCOSMO E CATALIZZATORE DI ENERGIE UNIVERSALI: Castel del Monte è stato progettato come un catalizzatore di energie universali, che vengono attratte dalla sua posizione rispetto alla luce del sole durante gli equinozi ed i solstizi, e mediante la sua struttura che rispecchia geometricamente la proporzione aurea e, quindi, ciò che di essa è il maggiore riferimento: il corpo umano, come ben possiamo vedere nello schema con la stella a cinque punte dell'uomo Vetruviano dipinto da Leonardo due secoli più tardi. L'essenza dell'uomo, del suo percorso evolutivo e della sua realizzazione nella scoperta di sè stesso è tutta racchiusa nelle forme, nelle misure e nelle raffigurazioni che costituiscono Castel del Monte, come se la consapevolezza, la perfetta armonizzazione dello spirito con l'universo e l'illuminazione avessero preso forma e quella creata a Castel del Monte è la dimensione perfetta per le energie cosmiche che accompagnano l'uomo verso il suo divenire, verso la trasformazione. Si dice che Federico volesse accompagnare, attraverso il percorso interno del castello, l'iniziato verso una dimensione puramente spirituale, poichè questo era l'assillo maggiore del tempo in cui visse, il XIII secolo. Ma è un'interpretazione piuttosto grossolana di quel che veramente esprimeva il pensiero ed il genio dell'Imperatore e del suo seguito di architetti e filosofi: Federico era un personaggio superiore al suo tempo e le sue opere una premessa di quel che sarebbe stato successivamente il Rinascimento, la sua mentalità non era circoscritta alle correnti e alle ideologie dell'epoca, ma superava ogni epoca, perchè aveva raggiunto la mèta del sincretismo universale congiunta alla piena consapevolezza dell'inseparabilità fra mondo spirituale e materiale ed il suo era un perfetto panteismo che, certamente, non portava l'uomo all'abbandono della sua veste terrena verso una fredda e distaccata dimensione "spirituale", come la si poteva intendere generalmente nell'epoca medievale, ciò avrebbe comportato disumanizzazione e annullamento, bensì verso la realizzazione più piena delle potenzialità e della coscienza, verso la conoscenza di sè e perciò della virtù e della bellezza. Il 99% degli esseri umani vivono come sonnambuli, agiscono come sonnambuli e non sanno nè ciò che fanno nè dove sono diretti, sono infanti inconsapevoli e perciò danneggiano sè stessi ed il prossimo; l'uomo iniziato è l'uomo che riconosce sè stesso nell'universo ed ogni espressione di quest'ultimo come parte di sè: questo è ciò che esprime Castel del Monte e chi ha occhi per vedere e per capire, inoltrandosi fra i suoi percorsi, osservando i suoi simboli e la sua struttura all'interno, proverà la sensazione di fare un viaggio dentro sè stesso e di ripercorrere le proprie tappe evolutive. Questo non succede all'uomo comune, per il quale tutto ciò rimane un enigma.
IL RAPPORTO AUREO: Come dicemmo, Castel del Monte è una metafora dell'uomo concepito come microcosmo, ed è costruito sulla base della proporzione aurea: 1,618, per la quale 1 vale una singola parte in rapporto alla quale alla parte successiva si aggiunge un valore corrispondente a 618 parti della prima porzione 1; in questo modo una delle due parti di una figura geometrica o di un soggetto qualsiasi è più estesa rispetto all'altra per un valore pari a 618 parti di quest'ultima. Questa, che è chiamata anche divina proporzione, è emblema del corpo umano e si applica a quest'ultimo nelle opere d'arte più sublimi, ed è presente in ogni aspetto della natura, costituendo un principio di armonizzazione e di perfezione; ciò che si applica alle arti visive dev'essere necessariamente correlato all'evoluzione psichica individuale, che è il concetto principale espresso nell'architettura di Castel del Monte.
Uno dei leoni del portale d'accesso, di cui uno guarda al solstizio d'estate, l'altro al solstizio d'inverno.
I LEONI E LE PORTE SOLSTIZIALI. Iniziamo il nostro viaggio: sugli stipiti del portale d'ingresso (circoscritto nel raggio di una stella a cinque punte e di un pentagono convesso), vi sono due statue di leoni: uno guarda verso la direzione del solstizio d'inverno, l'altro verso la direzione del solstizio d'estate e sono una rimembranza delle due porte solstiziali (una degli dèi e una degli uomini) descritte nel XIII libro dell'Odissea di Omero, dove dentro la grotta delle ninfe Naiadi sono descritti i due accessi solstiziali: quello verso Nord è la Porta "che schiudesi all'Uom"; quello che guarda verso Sud è la porta che varcano gli Dèi: "quella verso Sud, che Noto guarda, ha più del divino, ed un mortale per lei non varca: ella è la via dei Numi". La via degli Dèi implica il superamento della condizione umana per accedere ad una dimensione "altra", ed è legata perciò alla morte intesa come trasformazione, perchè la trasformazione non conosce limiti negli universi, è eterna e circolare ed il suo unico freno è l'annullamento; quest'ultimo peraltro non è possibile perchè l'essere non può trasformarsi in nulla così come il nulla non può diventare qualcosa: sono due eternità, una contiene, l'altra è contenuta, ma non possono scambiarsi le parti. Questa legge vale per tutti gli universi possibili, come la matematica.
IL TIMPANO DEL PORTALE D'ACCESSO: Il timpano del portale d'accesso è costituito da un triangolo aperto a 108 gradi, simbolo del Delta luminoso della tradizione massonica; il Delta luminoso. o "triangolo massonico" è lo schema dell'Assoluto che si irragia nell'universo attraverso miliardi di possibili combinazioni della propria costituzione trinitaria. La figura del triangolo, come quella del cerchio, è infinita, rispecchia il viaggio della luce nell'universo e rappresenta, in tutte le culture, il sole nel suo valore esoterico: Ra in Egitto, Zeus in Grecia, Mitra e Varuna nella mitologia indiana, Odino in quella nordica. Il rapporto fra la base del triangolo del timpano e i suoi lati corrisponde al numero d'oro: 1,618; all'interno del timpano vi era un bassorilievo che, per misteriose ragioni, è stato scalpellato e distrutto molti secoli fa. Il portale d'accesso è circoscritto all'interno dello schema di una stella a cinque punte, simbolo dell'uomo, come possiamo vedere nel disegno riportato in quest'articolo; le scale d'accesso all'esterno sono disposte sui lati, non di fronte, in modo che il visitatore non possa mai dare le spalle al tempio.
I portali disadorni nel percorso d'uscita, di cui parleremo nel prossimo paragrafo, rappresentano il passato in opposizione ai portali fastosi del percorso d'entrata al castello, che rappresentano le ricchezze del viaggio iniziatico.
Un portale fastoso verso l'ingresso al cortile interno, arricchito con colonnine e capitelli, rappresenta le ricchezze e la pienezza della conoscenza del percorso iniziatico, in opposizione a quelli verso l'esterno che rappresentano la regressione al passato e le miserie esistenziali che l'iniziato si è lasciato alle spalle, invitandolo a non guardare indietro. Leggere per questo il prossimo paragrafo.
I PORTALI FASTOSI E DISADORNI: superato il portale d'accesso, guardando in alto, si scorge una chiave di volta con una corona vegetale; il portale di fronte si presenta fastoso con cornice, capitelli e colonnine; anche i successivi portali nell'avanzata verso il cortile interno hanno lo stesso accurato aspetto, ma se ci volgiamo all'indietro, i portali dall'altro lato mostrano un aspetto disadorno e misero, offrendo l'impressione di qualcosa di squallido e vuoto, una tristezza che salta agli occhi per il visitatore attento; questo significa che il percorso verso l'interno, la conoscenza di sè e la consapevolezza è ricco di pienezza e tesori, mentre quel che l'uomo si lascia alle spalle è il nulla dell'ignoranza, del sonno della ragione e dell'incoscienza, i quali generano fardelli e miseria esistenziale. Il male, infatti, non è altro che il nulla ed il viaggio dell'uomo rappresentato da Castel del Monte è il viaggio verso la propria vera nascita, verso l'"essere", mentre invece colui che non conosce sè stesso non è mai nato, ancora non è. In una delle sale che troviamo superando il portale a sinistra c'è il famoso Baphomet scolpito nella chiave di volta: figura simbolica dal significato ancora oscuro, ricorrente nell'iconografia dei Templari.
Chiave di volta con fiore dai petali seghettati.
Il sigillo di Salomone ripetuto all'infinito nel mosaico del pavimento magico descritto nel paragrafo successivo.
Il quadrato magico e i cerchi nella Sala sud-est del primo piano descritta nel paragrafo successivo.
Sala sud-est: il camino e le monofore ai suoi lati.
Un capitello della Sala dell'iniziazione a sud-est.
Chiave di volta della Sala del Trono al piano superiore, adibita all'iniziazione, raffigurante un filosofo o un mago.
IL PAVIMENTO MAGICO: nella sala successiva a quella del Baphomet il pavimento è decorato con simboli magici ed esoterici e questa sala era riservata proprio a pratiche magiche ed occulte. I tacciati geometrici riportati nella sala di Castel del Monte rispecchiano esattamente le disposizioni elencate nel libro dell'occultista Jorg Sabellicus: "Disegnato al centro della sala un cerchio, lo si racchiude in un doppio quadrato, tracciato a una certa distanza da esso, con gli angoli disposti in direzione dei punti cardinali. La distanza tra i due quadrangoli deve essere di circa quindici centimetri. Intorno ad ogni angolo si deve disegnare un altro doppio circolo...Fuori del circolo è acceso un fuoco di carbone sul quale dovranno bruciare dei profumi". Ed è esattamente quello che ritroviamo sul pavimento della sala: un doppio quadrato (circoscritto da due perimetri paralleli) con gli angoli verso i punti cardinali; agli angoli dei quadrati, all'interno di essi, ci sono 4 cerchi e in un angolo vi è un camino per bruciare i profumi. All'esterno dei riquadri si vedono i resti di un mosaico che doveva ricoprire lo spazio rimanente, che riproduce il sigillo di Salomone ripetuto all'infinito. Il sigillo di Salomone è costituito da due triangoli intersecati e formanti 6 punte: il triangolo rivolto verso l'alto rappresenta l'elevazione, la realizzazione, il Sole e l'aspetto maschile dell'essere; quello rivolto verso il basso rappresenta l'aspetto femminile dell'essere, l'immaginazione, la caverna, la Luna. I due aspetti maschile e femminile dipendono l'uno dall'altro ed il cammino iniziatico consiste nella loro pefetta fusione. Dopo la purificazione mediante i riti magici eseguiti in questa sala, l'adepto doveva salire al piano superiore da una scala a chiocciola. Tutte le scale a chiocciola del castello sono posizionate a sinistra, per rispecchiare il moto della terra in questa direzione; la torre a cui l'iniziando accede dopo il rito di purificazione si trova a Sud, in contrapposizione al Nord che rappresenta la notte, così egli si dirige verso la luce. L'apertura della porta di questa sala è interna, perchè l'ospite doveva essere accettato e qualcuno doveva esservi quindi all'interno per aprire.
La volta ad ombrello della Torre dei Telamoni descritta nel paragrafo successivo.
Telamone accovacciato sulla volta della torre descritta nel successivo paragrafo.
Particolare del Fauno o Baphomet su una chiave di volta: icona misteriosa dal significato ancora occulto, molto usata dai Templari.
Il bassorilievo sulla parete del lato Nord Est del cortile, che un tempo raffigurava una sacerdotessa (Sophia) che riceve la visita di nobili cavalieri e, baciandoli sulla fronte, dona loro le chiavi della conoscenza ancestrale. Misteriosamente la figura è stata cancellata da sconosciuti e antichi visitatori che fecero la stessa cosa su tutte le altre più significative figure presenti nel castello.
I TELAMONI, LA PROVA DEL FUOCO, IL TEMPO, SOPHIA: Alla sommità della torre che conduce alla suddetta sala, al limite dei costoloni della volta, ci sono 6 statue accovacciate di Telamoni: uomini nudi con significato simbolico legato al Tempo: tre sono vecchi, tre giovani, tre mostrano i genitali e tre li nascondono, tre guardano in basso e tre in alto. Il più significativo dei Telamoni porta due dita in bocca: il medio e l'indice (il medio simboleggia la morte, l'indice la vita e la bocca il fuoco). Il fuoco cosmico è l'energia universale che da vita alla materia, consiste nella più o meno elevata vibrazione delle particelle subatomiche negli esseri, determinandone l'intelligenza ed il grado. La prova del fuoco consiste nel sentiero che l'iniziato dovrà percorrere attraverso le molteplici prove della vita, superandole con autentica nobiltà d'animo (non con ipocrisia dovuta all'acquisizione culturale) e ciò gli consentirà di acquisire sempre più energia legata al fuoco universale che permette all'essere di accedere a superiori gradi evolutivi, di elevare le proprie vibrazioni come le note della scala musicale. La leggenda di Prometeo e della sua violazione dell'ordine degli dèi, insegnando agli uomini il dominio del fuoco, e la successiva punizione a cui fu condannato, è una metafora di come l'umanità non abbia ancora superato la sua fase infantile e di come gli Dèi la puniscano per aver voluto accedere a qualcosa che non è ancora in grado di capire e dominare; quando l'uomo conoscerà sè stesso e dimostrerà di essere in grado di cavalcare le energie universali, senza esserne sopraffatto, gli Dèi (che sono le sue stesse facoltà nascoste) lo libereranno e l'umanità potrà accedere alla sua fase adulta di autodeterminazione. Il mito di Prometeo e del fuoco della conoscenza mette in evidenza la sofferenza dell'uomo dalla mente libera, il senso di solitudine, l'impossibilità di condividere le proprie esperienze evolutive. Ogni desiderio di evolversi, ogni cammino intrapreso verso una più alta dimensione di vita comporta dunque, oltre alla libertà e alla fiducia in sè stessi, anche il rovescio della medaglia: un senso d'isolamento e di diffidenza, la fine delle illusioni consolatorie e della speranza, che viene sostituita dalla pienezza e dalla fiducia solo in sè stessi che non permette di delegare la volontà ad altri. Ma è proprio a questo punto che si può incontrare anche la più pura felicità, quella che deriva dall'abbandono dei legami della speranza per giungere alla chiarezza dell'attimo, dell'abbandono, della pura illuminazione che consiste nella consapevolezza che tutto è così come dev'essere, ora e sempre. Affacciandosi alla finestra della sala principale in cui l'iniziando viene accolto, si poteva scorgere, sulla parete esterna che si affaccia sul cortile, un bassorilievo raffigurante dei cavalieri che offrivano doni ad una dèa ellenica, che rappresentava Sophia: ovvero la conoscenza intesa come conoscenza iniziatica. Il bassorilievo purtroppo è stato rovinato e ne rimane ben poco, per l'esattezza rimosso deliberatamente da qualcuno per misteriosi motivi, come quello sul portale d'accesso di cui non rimane nulla. L'evento che rendeva suggestivo questo bassorilievo era il posarsi su di esso dei primi raggi di luce agli Equinozi. Nella chiave di volta della suddetta sala principale è scolpita la testa di un uomo vecchio con la bocca socchiusa, a significare il soffio divino; alle pareti ci sono i troni su cui si sedevano gli adepti per assistere alla cerimonia d'iniziazione. Dopo la cerimonia l'iniziato accedeva ad un altra sala sulla chiave di volta della quale ci sono 4 delfini stilizzati, che rappresentano il viaggio dell'anima attraverso l'oceano dell'esistenza e la sua catarsi; nella sala successiva, sempre alla chiave di volta, ci sono 4 teste con bocche socchiuse in un soffio, a rappresentare l'elemento "aria". Per accedere alla sala successiva si deve attraversare una porta il cui architrave è costituito da un triangolo aperto a 147 gradi, ovvero i gradi di apertura di un endecagono (poligono di 11 lati), a simboleggiare proprio il numero 11 come composto di 5 (cielo e uomo) e 6 (terra): l'undici infatti è principio armonizzante.
Volta con testine soffianti rappresentanti l'elemento "Aria".
Mensole dei tre costoloni della Torre del Falconiere, raffiguranti il principio femminile e maschile; la figura del terzo costolone è stata rimossa e probabilmente raffigurava l'Androgino divinizzato nel quale confluivano le due figure ed era illuminato tutto il giorno da un triangolo di luce proveniente da una monofora di fronte ad esso, come vedremo nel paragrafo successivo.
LA TORRE DEL FALCONIERE. LA FIGURA MASCHILE E LA FIGURA FEMMINILE. IL MITO DELL'ANDROGINO: Scendendo al piano terra dalla scala a chiocciola della torre del falconiere, sulla volta si notano 3 costoloni ai limiti dei quali vi sono 2 teste: una maschile, una femminile a rappresentare entrambi i principi; il terzo costolone è stato scalpellato e perciò l'immagine è stata rimossa dal passaggio di questi misteriosi e antichi visitatori che non hanno lasciato traccia, in molti luoghi del castello, di quelle che erano sicuramente le figure più significative. Può darsi che l'immagine scalpellata nel terzo costolone fosse stata una raffigurazione androgina, alla quale confluivano le due immagini maschile e femminile: l'immagine era illuminata per tutta la durata del giorno da un triangolo di luce proveniente da una monofora aperta proprio di fronte e questo avvalla ulteriormente l'ipotesi che si trattasse dell'Androgino divinizzato, simbolo di pienezza, realizzazione, autonomia, creatività senza più conflitti interiori. La figura dell'androgino è sempre stata, in tutte le culture, un simbolo di tensione verso l'unità a cui tendono tutti i poli opposti dell'esistente; le divinità greche, ad esempio, hanno tutte caratteristiche bisessuali, così come Shiva e Krishna del mito indiano, ecc...Questo obiettivo dell'evoluzione umana è a fondamento dei Vangeli Gnostici come la riconquista del primigenio stato di splendore; ecco un frammento del testo del Vangelo apocrifo di Tommaso: "E se farete il maschio e la femmina in uno, perché il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina, entrerete nel regno dei cieli". Bisogna fare attenzione a non confondere il cristianesimo gnostico (basato sul libero percorso della conoscenza, sull'uguaglianza di uomini e donne e di tutti i membri della comunità senza distinzione, che rifiuta ogni gerarchizzazione e ogni dogma), dallo pseudo-cristianesimo cattolico che s'incammina verso un sentiero alienante e schiavizzante dell'individuo. Al contrario dei più antichi miti simili in tutte le culture del mondo, la principale preoccupazione delle tre religioni monoteiste, che hanno sostituito e rovesciato il significato autentico della conoscenza ancestrale, è proprio quella di separare e ghettizzare le caratteristiche dei due sessi, al fine di allontanare uomini e donne dalla coscienza di sè e della reale ambiguità che li sottende. Quest'ambiguità implica ogni aspetto dell'esistenza e oggi si può paragonare ai nuovi studi sulla fisica quantistica, per la quale la separazione degli elementi nell'universo è solo apparente, ologrammatica, ed essi non appartengono ad altro che ai molteplici aspetti dell'unica fonte da cui scaturiscono. Giunto al piano inferiore dalla torre del Falconiere, il visitatore si trova sotto una chiave di volta sulla quale è scolpito un fiore a 8 petali, simbolo della Terra: 4 sono i punti cardinali e 4 i punti solstiziali dove sorge e tramonta il sole. Il visitatore-iniziato può ora uscire nel cortile e, voltandosi all'indietro, notare i portali disadorni che si lascia alle spalle, in confronto a quelli fastosi che vide inoltrandosi nel tempio. Alla fine di questo viaggio la comprensione del linguaggio dei simboli unita alla chiarezza della visione del proprio viaggio interiore, delle miserie abbandonate e delle ricchezze ritrovate, l'Uomo Nuovo, nato due volte, sarà compiuto.
Alessia Birri
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