lunedì 7 aprile 2014

IL REGNO DI THUTMOSE IV MENKHEPERURA

THUTMOSE: Thot è nato. MENKEPERURA: Stabili le forme di Ra.

Foto: Gruppo scultoreo in granito nero raffigurante Thutmose IV con la madre Tia. Altezza 1,20 m. XVIII dinastia: 1550-1291 BC-1397-1387 a.C. Museo Egizio del Cairo, sala R12., proveniente dal tempio di Karnak.

Ricostruzione del volto di Thutmose IV:

http://alessiabirriblog.blogspot.it/2014/04/la-bellezza-immortale-di-thutmose-iv.html

"COLUI CHE REGNA SUL GIUNCO E SULL'APE"

Thutmose IV fu un faraone della XVIII dinastia egizia, collocata al Medio Regno; regnò dal 1402 al 1394 a.C. Non sappiamo se la successione al trono fu traumatica, poichè egli non era il primogenito di Amenofi II,  ma figlio di una sposa secondaria di nome Tia che, dopo l'ascesa al trono di Thutmose, venne eletta a Grande Sposa Reale. Da bambino venne allevato nella lontana Menfi, per evitare l'influenza del clero di Amon, che diventava sempre più potente al punto da compromettere l'autorità del faraone. Le sue due principali spose reali furono Nefertari e Iaret. Morì in giovane età, a circa 28 anni, come attestano le analisi della mummia. Il suo regno fu relativamente tranquillo, come quello del padre, ma le sue campagne militari furono condotte personalmente per domare delle rivolte in Nubia e in Siria; riuscì a conquistare la pace con il Regno di Mitanni  sposando una figlia del re Artatama, Muramuia, che gli diede il figlio che salì al trono dopo di lui: Amenofi III; quest'operazione permise all'Egitto di ingraziarsi i Mitanni contro l'espansione ittita. Questo matrimonio fu rivoluzionario, poichè era la prima volta che una regina straniera sedeva sul trono d'Egitto.

IL RESTAURO DELLA SFINGE E LA "STELE DEL SOGNO". IL COMPLETAMENTO DELL'OBELISCO DI THUTMOSE III.

Foto: la Stele del Sogno di Tuthmosi IV, posta fra le zampe anteriori della Sfinge di Giza, eretta nei primi anni del suo regno (1401 a.C. circa) scoperta nel 1818. Nella parte superiore vi sono raffigurate due sfingi, davanti ad ognuna delle quali il faraone Tuthmosis porta delle offerte: a destra il re porta la corona Khepresh e offre incenso, a sinistra porta il Nemes, che consiste in un copricapo di stoffa posato sulla fronte e ricadente. La stele è alta 114 cm., in pietra calcarea.

Molto importanti opere Thutmosi portò a compimento: liberò la Sfinge  nella piana di Giza dalla sabbia, ispirato da un sogno che fece mentre un giorno, dopo un lungo viaggio, riposò all'ombra del monumento. La Sfinge, benchè ricoperta dalle sabbie, era all'epoca mèta di pellegrinaggio e devozione e Thutmose sognò che lo spirito della Sfinge gli chiese di liberare il suo corpo dalla sabbia e, come ricompensa, gli promise il trono d'Egitto.

TESTO DELLA STELE DEL SOGNO di Tuthmosis IV, che narra il sogno che il faraone fece in giovane età e in cui lo spirito della Sfinge gli chiese di essere liberata dalle sabbie che la ricoprivano promettendogli l'incoronazione come ricompensa, dalla traduzione di Edda Bresciani:

"Ora la statua del magnificente Kheper riposava in questa landa, godendo di grande fama, di sacrale rispetto, ammantanta dell'ombra di Ra. I cittadini di Menfi e di tutte le città limitrofe venivano a lui, protendendo le braccia in adorazione verso il suo volto, recando con sé grandissime offerte al suo Ka. Un giorno accadde che il principe Thutmose arrivò viaggiando mentre il giorno volgeva alla sua metà. Egli riposò all'ombra del grande dio. Il sonno e un sogno presero possesso del suo corpo nel momento in cui il sole arrivava allo zenit. Qui egli si trovò al cospetto di questo nobile dio che gli parlò con la sua stessa bocca come un padre parla a suo figlio, dicendogli: "Guardami, osservami, Thutmose, figlio mio. Sono tuo padre Horemakhet-Khepri-Ra-Atum. Io ti darò il potere di regnare su questa terra sopra ogni vivente... Guarda, mi trovo nelle condizioni di un malato, tutte le mie membra sono rovinate. La sabbia del deserto, sulla quale un tempo io regnavo, adesso mi è nemica: ed io ho atteso a lungo che tu arrivassi ad esaudire il desiderio che mi porto nel cuore. Io so che tu sei mio figlio e mio protettore. Vieni dunque, e io sarò con te: sarò il tuo padrone". Al termine di queste parole, il principe si svegliò di colpo: egli comprese le parole del dio e le custodì in segreto nel suo cuore. Poi egli disse: "Torniamo in fretta alla nostra città! Dobbiamo preparare un'offerta al dio e gli porteremo vitelli e ogni tipo di pianta, e le nostre braccia saranno levate in adorazione a coloro che vissero qui prima di noi."

Fu la scoperta di questa stele, in cui Tuthmosi nomina Chefren, che diede agli studiosi la convinzione che la Sfinge di Giza fosse opera dello stesso Chefren (Hor Userib, appartenente alla IV dinastia: 2570 a.C.), ma questa ipotesi all'inizio non venne facilmente accettata. La Stele del Sogno di Tuthmosi venne scoperta nel 1818 e da subito gli studiosi dell'epoca identificarono Chefren come un precedente restauratore del monumento, che diede alla Sfinge le proprie sembianze sostituendole probabilmente a quelle ormai corrose di un leone o di uno sciacallo e, già agli inizi dell'Ottocento fino ai primi del '900 si riteneva la Sfinge molto più antica dell'epoca in cui convenzionalmente viene collocata oggi. Il geologo Robert Schoch, negli anni '90, rilevò tracce di corrosione alluvionale sul corpo della Sfinge, dovuta a piogge che non potevano essere cadute dopo il 10.000 a.C., visto che nei millenni successivi la regione sahariana si trasformò progressivamente in deserto.

Non bisogna inoltre dimenticare che Thutmosi IV fece erigere il più grande obelisco egizio, alto 32 metri, la cui opera fu iniziata sotto il regno del bisnonno, Thutmose III, e che ora si trova a Roma, davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano.

Foto: obelisco di Luxor, iniziato sotto il regno di Thutmose III, fu completato da Thutmose IV ed ora si trova a Roma davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano.XVIII dinastia; 1394 circa a.C.



Foto: mummia di Thutmose IV, conservata al Museo Egizio del Cairo, scoperta da Howard Carter nel 1903 presso la tomba del padre Amenofi II a Luxor, nella Valle dei Re. XVIII dinastia; 1394 circa a.C. Si possono notare i bellissimi lineamenti perfettamente conservati.

LA TOMBA KV43

La tomba di Thutmosi IV fu scoperta nel 1903 da Howard Carter, che vi trovò il sarcofago e parte degli arredi funerari, fra i quali la sponda del carro da guerra del faraone: tomba "KV43" nella Valle dei Re a Tebe. Ai margini della città di Tebe si trovavano i grandiosi templi funerari di Thutmose IV e del padre Amenofi II, di cui, purtroppo, rimangono pochissime rovine. La mummia del faraone fu invece trovata nella tomba del padre, Amenofi II, trasferita evidentemente in tempi posteriori dai sacerdoti addetti alla custodia delle tombe.
Traduzione dell'iscrizione sul sarcofago con la giustificazione di Tuthmosi IV davanti ad Osiride:

"Offerta che dà il re ad Osiri, che è di fronte all'Occidente, signore del cielo fatto dall'Osiri, il re signore delle Due Terre, (Menkheperura), signore delle corone, Thutmosi, giustificato in perpetuo per l'eternità."

Foto: altre prospettive della mummia di Thutmose IV, conservata al Museo Egizio del Cairo, scoperta da Howard Carter nel 1903 presso la tomba del padre Amenofi II a Luxor, nella Valle dei Re. XVIII dinastia; 1394 circa a.C.

Foto: il sarcofago di Thutmose IV, conservato al Museo Egizio del Cairo.

Foto: pannello in legno del trono di Thutmosi IV raffigurante il faraone in forma di sfinge vittoriosa sui nemici.XVIII dinastia; 1394 circa a.C.

 Foto: affreschi all'interno della tomba KV43 di Thutmose IV nella Valle dei Re (Luxor).XVIII dinastia; 1394 circa a.C.

LA MUMMIA. LA RELAZIONE DI ELLIOT SMITH DALL'ANALISI DI GEORGE DARESSY

Relazione del 1903 dell'egittolo e anatomista Elliot Smith che riporta il verbale sull'analisi della mummia di George Daressy di tale lavoro sulla mummia di Thutmosi IV fu pubblicato negli Annales du Service.
Il sarcofago, scoperto da Victor Loret nel 1898 nella Valle dei Re, fu trasportato nel 1900 al Museo del Cairo e catalogato con il n° 34559.

Daressi's proces verbal of the unwrapping of this mummy is published in the Annales of Service; i quote in his own words:

"26 marzo 1903, 02:00 del pomeriggio, nelle sale del Museo di Antichità Egizie del Cairo, sotto la cura di M. Maspero, direttore generale del Museo Egizio e scavi di servizio, ME Brugsch Bey , curatore del museo e il signor Daressy, Assistente Curatore, è stata eseguita l'apertura della mummia del re Tuthmosis IV.
Il corpo riposava su una tavola dipinta di bianco sui due lati, proveniente certo da un grande coperchio rettangolare, i cui angoli erano stati smussati per poterlo introdurre nella bara.
La lunghezza della mummia sbendata era di 1,71m ed era interamente coperta con un grande lenzuolo in tela ingiallita, piegato in due ed annodato sotto i piedi.
Sul petto, il cartiglio con il nome di incoronazione del re mn-hprw-r' (Menkeperura) era scritto con inchiostro blu e grandi caratteri ieratici.
La parte superiore del lenzuolo era trattenuta da un largo nastro che circondava la fronte e passava dal collo al busto, incrociandosi sulla parte alta del petto; il lenzuolo, teso dal petto fino ai piedi, non faceva parte del bendaggio primitivo.
Al di sotto si trovò una reticella di piccole bende unitamente a pezze di lino sovrapposte in quattro o cinque strati, quindi si scoprì il sudario che ricopriva il corpo in modo incompleto.
Immediatamente sotto, un panno rosa copriva il busto ed un grande lenzuolo il resto del corpo, continuando poi con una serie di piccole bende e tamponi di stoffa piuttosto fine, ingiallita e macchiata di bitume.
La testa era sostenuta ed avvolta in un resistente pezzo di tela ritorta, che circondava anche la parte delle braccia. Non si trovò alcuna traccia di bitume, nè di polvere assorbente, e neppure alcun oggetto.
Il corpo infine apparve in buono stato di conservazione, pur in presenza di disarticolazioni e rotture occorse in tempi successivi; le braccia, come d'uso per salme reali, erano incrociate sul petto, e le mani, chiuse a pugno, avevano probabilmente stretto le insegne di potere, poi scomparse.
E' evidente che l'anatomista Elliot Smith non potè vedere il bendaggio primitivo ma solo l'apparato funerario predisposto, senza molta cura, dai sacerdoti incaricati della sorveglianza delle tombe reali, molto tempo dopo la sepoltura; durante la XXI Dinastia.
La testa era bella ed espressiva, dall'aspetto vagamente effeminato; i denti non erano visibili, ma giudicando dall'aspetto esteriore, si sarebbe potuto dire che il re avesse circa trent'anni alla sua morte, con una stima assai incerta.
Il corpo era quello di un uomo molto magro, alto 1,68. Non presentava segni di ferite ante-mortem.
Anche i piedi erano stati disarticolati molto tempo dopo l'imbalsamazione del corpo e così la gamba destra era stata rotta all'articolazione del ginocchio. Pure un'abrasione trasversale sulla parte frontale del collo poteva essere stata causata nello stesso periodo.
A causa dell'imbalsamazione, la parete addominale risultava asportata completamente nell'iliaco sinistro ed in parte dalle regioni ipogastriche, lasciando una larga ferita triangolare che misurava 50 cm trasversalmente, 10cm in direzione verticale e 14cm lungo il terzo margine, che correva parallelamente al legamento di Poupart. L'intera cavità addominale era riempita con tessuto impregnato di materiale resinoso, che formava una massa solida e durissima. Il corpo giaceva in posizione completamente distesa; le spalle erano leggermente sollevate e le braccia verticali, con gli avambracci incrociati sul petto; il braccio destro poggiava sul sinistro. Le mani erano piegate in maniera tale da poter afferrare, al momento dell'imbalsamazione, due bastoni verticali, gli scettri, di circa 15m di diametro.
La pelle è molto scurita sì da non permettere alcuna attendibile valutazione del colore originale.Il viso è lungo, stretto e ovale, il mento stretto, prominente e un po' appuntito. La fronte ha una pendenza marcata . Il naso è piccolo, dritto, stretto e aquilino. Le labbra sono sottili, le orecchie ben formate e i lobi forati.
I capelli erano ondulati, lunghi circa 16cm, di colore castano-rossiccio scuro, e sembrava che fossero stati divisi a sinistra dalla linea mediana, anche se altrove erano riuniti in spesse ciocche; le ciglia erano moderatamente folte sul raccordo nasale. Baffi e barba erano accuratamente rasati: nessun pelo fu trovato sul mento, collo, torace e nella regione pubica. In seguito il corpo fu sottoposto ad un accurato esame, mediante raggi X, sul fianco sinistro e sulla parte superiore della tibia: fu trovato che l'epifisi della cresta dell'ileo era in processo di unione. Questo sembrò indicare che il corpo appartenesse ad un uomo di non più di 25 anni, seguendo i criteri stabiliti dai testi di anatomia. Quando fu asportata la resina dalla bocca, apparvero otto denti superiori, che non erano deteriorati ma in condizioni eccellenti. Thutmosi IV presenta una rassomiglianza con Amenhotep II, suo padre, sebbene quest'ultimo avesse un aspetto più virile e fosse considerevolmente più vecchio.
Un nuovo accurato esame della mummia di Thutmosi IV ha confermato che essa appartiene al re a cui è stata attribuita: è risultato che il sovrano possa essere morto ad una età i 28/30 anni, sufficientemente compatibile con quella stimata mediante gli accertamenti radiografici, indicanti 30/35 anni."

 Foto: cappella di Thutmose IV presso il complesso templare di Karnak.
XVIII dinastia; 1394 circa a.C.

 Foto: ricostruzione del tempietto di Thutmosi IV presso il complesso templare di Karnak.XVIII dinastia; 1394 circa a.C.

Foto: particolare di una colonna del portico di Thutmose IV presso il complesso templare di Karnak, raffigurante Thutmose IV con fiori di loto.XVIII dinastia; 1394 circa a.C.

Foto: particolare di una colonna del portico di Thutmose IV presso il complesso templare di Karnak, raffigurante Thutmose IV. XVIII dinastia.

 Foto: statuetta in bronzo raffigurante Thutmose IV mentre presenta le offerte agli dèi. Altezza cm.14,7. XVIII dinastia; 1400-1390 a.C. circa.

 Foto: Testa in diorite di Thutmosis IV che indossa la corona Khepresh, un tipo di copricapo regale che consisteva in un cappuccio aderente o una parrucca munita di uraeus sulla fronte. Musèe du Louvre.XVIII dinastia; 1394 circa a.C.

Alessia Birri, 7 aprile 2014

Articoli correlati:

Faraone Thutmose IV:
http://www.egittoanticosito.com/history/tuthmos4.htm

Relazione di Elliot Smith sulla mummia di Thutmose IV:
http://anticoegitto.forumfree.it/?t=44229201

La Stele del Sogno:
 http://arteincostruzione.blogspot.it/2012/10/la-stele-del-sogno.html


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